Due vite una passione.
La vera storia artistica di Beppe Buzzi e Peppino Malacalza comincia nel 1942 all’inizio della seconda guerra mondiale, proprio come recita la poesia di Malacalza: “Quând i sèn mis insèmâ, int’âl quârantadü, â gh’è scupià la guèrâ e son rivà lur dü” la poesia si riferisce sì, a Buzzi e Malacalza ma indirettamente ai due personaggi nati negli anni ‘70 con la rivista “Tütt al mond l’è Vughera” e precisamente Pipei Cristeri e Giuan Cianela.
Questa breve introduzione serve per incastonare i due personaggi in questione in una precisa collocazione storica, descrivendo in modo artistico e reale i due vogheresi di denominazione controllata e protetta, con la necessità di partire dalla loro nascita.
I due personaggi in questione, ad un certo punto della loro vita, si incontrano alle scuole superiori professionali negli anni ‘40 anche se, per qualche anno e precisamente dal 1933 al 1936 sono compagni (non di classe) alle scuole elementari Dante Alighieri. La lettura anagrafica è importante per capire quanto e come la vecchia Voghera abbia influito positivamente sui due Giuseppe. Il primo Giuseppe, abitando in centro, aveva come fulcro di interesse la piazza del Duomo, piazza Castello, tutte le vie e vicoli limitrofi. Il secondo Giuseppe andando ad abitare nei pressi della chiesa di San Rocco, non può fare a meno di “provare” il piccolo palcoscenico dell’oratorio. E così, nello storico Monumento ai Caduti, nei corridoi ampi e luminosi della scuola professionale i due Giuseppe suggellano il loro patto artistico. L’arte unisce sempre e in questo caso è testimone della nascita di due grandi artisti vogheresi.
Il militare li separa temporaneamente nel ‘48 e ‘49 riunendoli per sempre negli anni ‘50. Il servizio di leva li porta a decidere se tornare alla loro Voghera oppure intraprendere definitivamente la carriera teatrale; soprattutto per Buzzi, che incontra sulla sua strada un attore professionista che lo induce a decidere se andare a Roma per intraprendere la professione oppure continuare a essere un dilettante. La storia ci racconta che i due Giuseppe decidono invece di coltivare la loro arte non per lavoro ma solo per vera e unica passione. Buzzi, come torna da militare, riesce ad ottenere tramite concorso un posto di lavoro in ferrovia come fuochista macchina a vapore. La locomotiva a vapore è sempre stata la sua seconda passione, così come sarà poi anche la famiglia che si stava via via delineando. Infatti il 1 ottobre de 1949 nella chiesa di San Rocco sempre a Voghera si sposa con Franca Ricci. Dopo due anni nasce la primogenita Gabriella e dopo sei la secondogenita Claudia.
Malacalza non riesce a capire come Buzzi abbia potuto sposarsi così giovane, ma anche lui, come scrive in una nota poesia dialettale, “ …Ma pö, stâ strânâ mâlâtìa, â t’â m’lè tâcà béi béi! Âncâ mi, sénsâ sâvèl, sö câscà int’âl trâpuléi!...” cadrà nella trappola. Infatti si sposa il 18 novembre del 1954 con Fernanda Barzè, anche loro, come la coppia Buzzi-Ricci, nella bella chiesetta di San Rocco. Dopo due anni nasce Donatella seguita a ruota da Laura, con un intervallo di cinque anni nasce Cristina e per ultimo Massimo. E così, papà Peppino con una famiglia alquanto numerosa decide di lavorare definitivamente alla F.I.P.A.DUE diventando, dopo qualche anno, caporeparto. Ma la passione primaria, oltre a quella di cantare, rimane sempre il teatro.
Infatti il viaggio dei due Giuseppe sul palcoscenico avviene in molteplici posti di Voghera: strada Capalla villa Sturla angolo con strada Crocetta, via Cernaia cortile casa Armandola, teatrino di San Rocco, Piazza Duomo. Ogni vicolo e cortile della città risuona ancora adesso delle loro voci, le risate dei cittadini sono limpide e non ancora contaminate dalla televisione: il tutto avviene infatti negli anni cinquanta. Il teatrino di San Rocco ha un posto privilegiato nel cuore di Beppe e Peppino, così come lo è Don Igino Montagna primo regista dei due attori, portando in scena dei drammi, delle farse e delle commedie. La loro grande maestra è la curiosità, la voglia di imparare e l’umiltà.
Buzzi ha un innato talento per le imitazioni: da Totò a Macario a Rascel, da Onlio e Stanlio a Jerry Lewis, i clown che sono stati per lui un vero caposaldo della risata e della comicità. Mentre Peppino Malacalza, diversificandosi dal suo compagno d’arte, ha una voce propria: la natura lo ha dotato di corde vocali che guidano le onde di risonanza verso un timbro corposo, melodico e nello stesso tempo forte e vibrante. La sua strada artistica è costellata di canzoni scritte appositamente per lui e da orchestre di musica leggera-melodica che fanno a gara per averlo come cantante.
Detto questo i due attori vogheresi non si accontentano di recitare un pò qui e un pò là, anche se la loro indole generosa li porta sempre verso i luoghi di sofferenza, decollano in un teatrino presso il convento dei frati. La storia del “Teatro alle Grazie” inizia nel 1961. Bisogna sapere che nel primo dopoguerra nasce un fabbricato di pianta rettangolare, con un’unica porta e sei finestre, da adibirsi per riunioni e conferenze, fatto con i mattoni ricavati dalla demolizione di un pastificio davanti alla chiesa dei padri francescani. Il locale, che Padre Nazareno Fabbretti chiama Salone Frate Sole, comincia ad ospitare convegni e pubblici dibattiti, diventando un punto fermo per la Voghera del dopoguerra ancora in parte da ricostruire. Lo stesso Fabbretti invita diversi uomini di cultura ecclesiastici e laici, i quali cercano di trasmettere, ai sempre numerosi presenti vogheresi e non, il senso del passaggio da una mentalità tradizionalista al nuovo che si avvertiva un pò ovunque, anticipando i grandi temi della svolta conciliare. Buzzi nel gennaio del 1961, con coraggio e determinazione, chiede ed ottiene dall’allora superiore del convento Padre Carlo Corradini, il Salone Frate Sole per poter dare una collocazione alla nascente compagnia teatrale. A tal fine sono necessarie alcune modifiche strutturali. Vengono chiuse le tre finestre che danno sul chiostro e sulla stessa parete si aprono due porte, quali uscite d’emergenza. Si costruisce il palcoscenico, con tanto di quinte e sipario, infine si provvede a rendere la sala più accogliente con lavori di verniciatura e la posa di sedie fisse per ospitare circa duecento spettatori. Il locale, prende il nome di Teatro alle Grazie appunto perché all’ombra del Santuario della Madonna delle Grazie, viene inaugurato il 4 marzo 1961 con la commedia di Nicola Manzari “I morti non pagano tasse” quale sede della Compagnia del Teatro Comico di Voghera diretta da Beppe Buzzi.
Nel libro “Beppe Buzzi Peppino Malacalza Due vite una passione” di Angelo Vicini del 2006 Guardamagna Editori in Varzi – collana Adolescere – con annesso un DVD con un’inedita e divertente intervista ai due compagni d’arte presso la Penicina luogo magico tra i monti dell’Oltrepò, troviamo tutta la storia completa di Buzzi e Malacalza. Nel libro sono impresse, in modo dettagliato e preciso, tutte le commedie, riviste, spettacoli di vario genere che sono stati rappresentati dagli anni ‘60 agli anni 2000 proprio nel Teatro alle Grazie e non solo, con tutti i vari interpreti insieme ai validi promotori Buzzi e Malacalza. L’autore, Angelo Vicini, con un’attenta, dinamica e paziente ricostruzione dei fatti, tramite ricerche costanti, interviste mirate ai due protagonisti del libro ha saputo narrare e imprimere pagine storiche importanti del teatro vogherese. In questo libro si evince quanto siano importanti questi due vogheresi dal punto di riferimento culturale nella realtà della città.
Infatti i primi vent’anni di storia del Teatro alle Grazie – gli anni ‘60 e ’70 – sono stati veramente impegnativi. Con solide radici nella tradizione, Buzzi e Malacalza hanno saputo reinventare l’arte comica con tocco geniale, attualizzandola con sorprendenti e gustose contaminazioni dai generi più vari e creando uno stile davvero inconfondibile: uno speciale mix di tradizione e innovazione. Sono passati per questa sala, spettacoli che hanno ricalcato le linee del teatro professionale: il ciclo di commedie di Gilberto Govi, la drammaturgia di fine ottocento e novecento, gli spettacoli popolari come “Gelindo” e la serie di riviste in dialetto vogherese firmate dai “due Giuseppe” come la famosa e indimenticabile: “Tütt al mond l’è Vughera”.
Insieme al Comune di Voghera, la Fondazione Adolescere e varie Associazioni culturali, Buzzi e Malacalza hanno promosso spettacoli in relazione alle diverse manifestazioni vogheresi e anche alle loro tappe artistiche.
Presentazione di libri:
Il 25 marzo 2011 si è voluto ricordare il cinquantesimo anniversario del Teatro alle Grazie nel momento della Festa del Santuario attiguo Santa Maria delle Grazie. Al termine della Santa Messa, Il Vescovo Mons. Martino Canessa e il Padre Superiore padre Guglielmo Bozzo hanno fatto visita al “tempio” di Buzzi e Malacalza. E’ stata allestita appositamente una mostra di fotografie e locandine per raccontare l’arte rimasta impressa sui muri, sul sipario e nella platea dove si sono sedute generazioni di vogheresi.
Peppino Malacalza muore il 22 gennaio 2012 a Voghera nella sua abitazione in via Lomellina
Beppe Buzzi muore il 15 ottobre 2013 a Voghera nella sua abitazione in via Santi
Tanti vogheresi rendono omaggio ai due attori proprio nel “loro teatro” che, in quelle entrambi tristi occasioni, sfoggia tutto il suo splendore per omaggiare due artisti che hanno donato arte e cultura alla loro amata Voghera.
Due vite una passione. Guarda il video!
La vera storia artistica di Beppe Buzzi e Peppino Malacalza comincia nel 1942 all’inizio della seconda guerra mondiale, proprio come recita la poesia di Malacalza: “Quând i sèn mis insèmâ, int’âl quârantadü, â gh’è scupià la guèrâ e son rivà lur dü”. La poesia si riferisce sì, a Buzzi e Malacalza ma indirettamente ai due personaggi nati negli anni ‘70 con la rivista “Tütt al mond l’è Vughera” e precisamente Pipei Cristeri e Giuan Cianela... Leggi tutto.
Gianfranco Boffelli nasce a Voghera il 6 aprile del 1938. Il periodo della gioventù di Boffelli negli anni ‘50/’60 dà una forte impronta a tutta la sua vita. Gli studi per la musica, e in particolare per la chitarra, gli fanno comprendere che l’arte va spesa a favore di chi è meno fortunato. Infatti oltre che ad impegnarsi negli studi in maniera ineccepibile diventando non solo musicista ma anche ragioniere, si dedica in modo sistematico e continuativo alla sua parrocchia, in un quartiere di Voghera, Pombio, che proprio in quel periodo di storia lo vede in crescita ma anche in difficoltà... Leggi tutto.
Angelo Gugliada (per tutti Lino) nasce a Voghera il 14 marzo del 1931. Dopo gli studi all’Istituto Tecnico Agrario Carlo Gallini di Voghera si impegna nella fabbrica di famiglia dove porta un contributo tecnico progettuale non indifferente. La particolarità del suo carattere è la grande generosità. Infatti fa parte della Croce Rossa come volontario e dell’Avis. Diventa un assiduo e studioso Radioamatore conseguendo la patente con la sigla I2KNJ, conducendolo sempre al fianco della protezione civile nei momenti critici di calamità naturali... Leggi tutto
Luigi Alpago nato a Lungavilla il 4 settembre del 1935, in arte viene conosciuto attraverso le varie rappresentazioni di Buzzi, come Luigino Stereodisco Voghera. Il suo nome rimane impresso per sempre nelle menti dei vogheresi e il suo negozio in via Matteotti è la sede di tutte le orchestre della zona per la sua preziosa consulenza musicale. Buzzi lo incontra quando ha bisogno di particolari musiche per drammi, esempio Barabba, oppure spettacoli come par i düsent’an d’la cità âd Vughera. La capacità di Luigino è proprio quella di trovare i sottofondi per qualsiasi tipo di spettacolo... Leggi tutto.
Maurizio Civini nasce a Voghera il 18 aprile del 1962, mentre artisticamente nasce nella compagnia “I ragazzi di via Cernaia” nel 1976. Un gruppo di giovani che si trovano a recitare per divertirsi e divertire mettendo in scena le scenette che proprio Beppe Buzzi passa con vero piacere e entusiasmo. Lui stesso li ospita nel suo teatro appunto nel settembre del ’76 dove Civini si esibisce con i suoi amici e con l’orchestrina “Le molecole”. Sempre in questi anni diventa speaker sportivo della vogherese calcio per Radio Voghera... Leggi tutto.
Dagli inizi della carriera artistica fino al 1961. Vai alla pagina
Dal 1961 diventa la "casa" di Beppe Buzzi per le sue rappresentazioni Vai alla pagina
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La Scuola di animazione teatrale "Albino Battegazzore". Leggi tutto